Visualizzazione post con etichetta David Lynch. Mostra tutti i post

gravatar

Il futuro del cinema

Il nostro modo di guardare i film sta cambiando. L'iPod video e i filmati diffusi sul web stanno rivoluzionando tutto. In futuro i film si guarderanno su schermi di formato minuscolo, e non più sul grande schermo. C'è anche una buona notizia: perlomeno ognuno avrà un paio di cuffie. Credo che l'importanza della colonna sonora crescerà sempre di più. Comunque potresti anche collegare l'iPod a un qualche apparecchio per proiettare il film su un grande schermo nella comodità e nel silenzio di casa tua, con subwoofers e spettacolari casse stereo, così da riuscire a immergerti nel mondo del film.
Il punto fondamentale è questo: quando si apre il sipario e scendono le luci, dobbiamo essere in condizione di entrare in quel mondo. Per molti versi sta diventando difficilissimo. La gente parla troppo al cinema. Sullo schermo, poi, c'è una misera, minuscola immagine striminzita. Come fai a vivere l'esperienza del film?
Sarà un cammino piuttosto impervio, secondo me. Però esiste davvero la possibilità di girare film nitidissimi - senza rigature, sbavature, schizzi d'acqua, lacerazioni - e di controllare la qualità dell'immagine in un'infinità di modi.
Quando si fa attenzione a come un film viene proiettato, la visione può essere un'esperienza meravigliosa che ti consente di entrare in un altro mondo. Stiamo ancora escogitando il modo di renderlo possibile. C'è il digitale però, c'è anche l'iPod video: dobbiamo solo scendere dalle nuvole e metterci al passo coi tempi.

David Lynch, In acque profonde, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori

gravatar

La qualità delle videocamere digitali

Ora sto usando una videocamera Sony PD-150, che offre una resa d'immagine inferiore rispetto al modello HD. L'adoro questa definizione. E adoro le videocamere compatte.
E' una qualità che ricorda i film degli anni Trenta. Agli inizi, infatti, l'emulsione della pellicola era piuttosto mediocre, così le immagini sullo schermo erano meno dettagliate. Il risultato che si ottiene con una Sony PD è abbastanza simile: zero alta definizione. A volte, quando in un fotogramma non riesci a capire che cosa vedi o c'è una zona d'ombra, la mente può lasciarsi trasportare dalla fantasia. Se invece nel fotogramma è tutto estremamente nitido, cosa resta immaginare? Nulla.
Purtroppo l'alta definizione offre immagini fin troppo nitide. Nella mia sala di missaggio ho visto uno spezzone di un film girato in HD; un bel film di fantascienza. Peccato che, in secondo piano, riuscissi a intravedere alcune viti da legno in un quadro di comando che doveva essere in metallo. Sarà molto più difficile costruire dei set adeguati alle videocamere ad alta definizione.

David Lynch, In acque profonde, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori

gravatar

Videocamere digitali per giovani registi

Il mio consiglio è di sfruttare le opportunità offerte dalle videocamere digitali per fare ciò in cui credi veramente. Difendi sempre a testa alta le tue opinioni. Non fare nulla solo ed esclusivamente per accattivarti una casa di produzione o un potenziale finanziatore. Questa tattica pare rivelarsi sempre controproducente, lo dico per esperienza. E' bello frequentare la scuola di cinema, lì puoi apprendere un sacco di nozioni teoriche, ma è con la pratica che s'impara. Ora che i costi si sono abbassati, riesci tranquillamente a fare cinema con i tuoi mezzi. E non dimentichiamoci dei tantissimi festival del cinema cui puoi partecipare, per cercare di ricevere un aiuto in termini di distribuzione o di finanziamento in un secondo tempo.

David Lynch, In acque profonde, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori

gravatar

La morte del cinema

Ho chiuso con il cinema inteso come mezzo espressivo. Secondo me, il cinema è morto. Guarda le apparecchiature che si usano oggi in tutto il mondo per scattare fotografie: inizierai a renderti conto di quello che accadrà in futuro.
Amo girare filmati con le videocamere digitali, come faccio al momento. Avendo un sito web, ho iniziato a compiere piccoli esperimenti per il sito con le videocamere compatte, pensando in un primo momento che fossero semplicemente dei giocattoli e che non servissero a molto. Invece a poco a poco mi sono accorto che in realtà servono eccome; almeno per me è così.
Hai un'autonomia di quaranta minuti di ripresa, con messa a fuoco automatica. Sono leggerissime. E puoi vedere subito ciò che hai appena girato. Per i film devi andare nel laboratorio di sviluppo e stampa e solo il giorno successivo puoi vedere le riprese; invece, con le videocamere digitali, appena hai finito puoi scaricare il girato sul computer e metterti subito al lavoro. Ed esiste un'infinità di software. Migliaia ne spuntano oggi e altri diecimila ne spunteranno domani. Una rivoluzione che è avvenuta prima per l'audio. Chi non ha ProTool oggi? Usandolo puoi manipolare le tracce audio, regolarle alla perfezione in modo incredibilmente veloce. Ora sta succedendo lo stesso con i video. Sono strumenti che offrono un grandissimo controllo sul lavoro.
Iniziai a pensarci su e a sperimentare. Provai diverse volte a riversare le riprese girate con la videocamera digitale da formato DV a pellicola, un'operazione tuttora necessaria per poterle proiettare al cinema. Anche se il filmato non sembra esattamente girato su pellicola, il risultato è di gran lunga migliore di quanto avessi mai immaginato.
Quando entri nel mondo del digitale, fatto di attrezzature piccole e leggere come una piuma e dotate di messa a fuoco automatica, risulta troppo d'impaccio lavorare con la pellicola. Le cineprese da 35 mm iniziano a sembrarmi dinosauri. Sono enormi, pesano tonnellate, e devi poterle trasportare. C'è una marea di cose da fare, e tutto procedere troppo lentamente. Usarla sottrae un sacco di possibilità. Con le telecamere digitali è tutto più leggero; hai maggiore flessibilità di movimento. Tutto è molto più agevole. Puoi pensare e su due piedi catturare subito le immagini. Gli attori poi devono immedesimarsi in un personaggio nel cuore di una scena e dopo dieci minuti sono costretti a fermarsi improvvisamente per fare ricaricare le cineprese con un nuoco chassis, una necessità che spesso rovina l'atmosfera. Con le videocamere, invece, sei sempre in azione; puoi continuare a riprendere per quaranti minuti. Puoi cominciare a parlare con gli attori, e intervenire per dare loro un input senza interrompere le riprese. E perfino provare con loro, anche se di solito mi metto a incasinare la colonna sonora, perché poi bisogna tagliare tutte le mie parole. Molte volte però parlo con gli attori durante le riprese e in questo modo riusciamo a penetrare sempre più a fondo nello spirito dell'idea.

David Lynch, In acque profonde, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori

gravatar

Ancora a pesca

La fine di un progetto porta con sé una piacevole sensazione, ma allo stesso tempo un certo vuoto. Hai concentrato tutta l'attenzione su quel lavoro e ora è finito.
E' come pescare. Ieri hai preso un bellissimo pesce, così oggi sei a pesca con la stessa esca e ti chiedi se ne catturerai un altro. Tanto per usare ancora l'analogia della pesca, a volte, anche se rimani al tuo posto armato di una pazienza proverbiale, dei pesci non c'è neanche l'ombra. Sei nella zona sbagliata. Allora riavvolgi la lenza, prendi i remi e ti sposti in un altro luogo. Ossia, ti alzi dalla sedia su cui stai sognando a occhi aperti o ti metti a fare altro. Spesso basta un semplice cambiamento per appagare il desiderio.
Ciò non significa che per trovare un'idea basti sedersi ad aspettare. Non so minimamente che cosa la faccia arrivare. Se lo tieni vivo, però, il desiderio viene spesso confermato da un'idea. E quando trovi un'idea, sai di avere ricevuto una conferma.

David Lynch, In acque profonde, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori.